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ACCOGLIERE IL BAMBINO ADOTTATO A SCUOLA - Azienda Sociale Sud Est Milano

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ACCOGLIERE IL BAMBINO ADOTTATO A SCUOLA

 

AL TERZO ANNO IL PROGETTO “ACCOGLIERE IL BAMBINO ADOTTATO A SCUOLA” DELLE SCUOLE DI SAN GIULIANO MILANESE: TEMPO DI VALUTAZIONE E IMPEGNI PER IL FUTURO

 

Giovedì 26 maggio, presso la scuola Montessori di Piazza Italia, a San Giuliano Milanese, si è svolto l’incontro annuale di verifica del progetto “Accogliere il bambino adottato a scuola”, iniziativa sperimentale di incontro e condivisione fra famiglie, insegnanti, dirigenze scolastiche ed operatori del Centro Adozione e Affido Familiare ( C.A.A.T.) dell’Azienda Sociale Sud Est Milano.

 

Il progetto, che negli anni passati ha già messo al suo attivo una pubblicazione, convegni, momenti di incontro con esperti del mondo delle genitorialità “di cuore” e un solido bagaglio di concrete prassi didattiche, sperimentate da bambini e ragazzi dalle scuole d’infanzia alle secondarie di primo grado, vede una “cabina di regia” composta da genitori, insegnanti e tecnici del settore.

Nel corso del momento di verifica, presenti tutti gli istituti scolastici di San Giuliano, molti genitori e l’équipe sociale del CAAT al completo,  si sono analizzati i passi avanti dell’anno, le criticità del quotidiano legate all’accoglienza dei bimbi in adozione e le opportunità di sviluppo future.

“Positiva la costante ricerca di modelli didattici e relazionali che inseriscano l’adozione come una delle possibili – naturali - identità di figlio nella cultura scolastica, e non solo, e ne valorizzino la differenza come ricchezza esperienziale per tutti i bambini”, dichiara Cristina Gallione, Direttore di A.S.S.E.MI.; “ le scuole di San Giuliano M.se hanno costruito questa realtà con i genitori adottivi del territorio, riconoscendone il valore esperienziale e la competenza, ed hanno sperimentato un protocollo di inserimento e di accoglienza, che sta dando frutti, come ci hanno testimoniato le molte documentazioni video ed i lavori degli alunni”.

Durante l’incontro le relazioni dei coordinatori dei gruppi di lavoro hanno evidenziato che dalla didattica per l’adozione si è passati a riflettere sulla didattica delle differenze, che rendono unici gli individui – fuori dagli stereotipi – e consentono ai bambini ed ai ragazzi di apprezzare l’umanità tutta che si ritrova a scuola ogni giorno, nel lavoro comune. Ed anche del necessario lavoro su se stessi degli adulti, per uscire dalla routine ed accogliere figli che, alle spalle, hanno ovviamente lo strappo doloroso dell’abbandono e situazioni personali e familiari di grande sofferenza, sofferenza che è faticoso ed impegnativo incontrare e comprendere.

Cristina Greco, del CAAT, ha riferito in merito ai dati raccolti dalla Commissione nazionale Adozioni Internazionali, che evidenziano le buone prassi scolastiche in materia di adozione, sottolineando le molte convergenze fra il progetto locale e le esperienze italiane; commenta “sono purtroppo omogenee anche le nostre  criticità con quelle incontrate in altri territori;  la difficoltà a coinvolgere tutti i docenti, e non solo i più interessati e motivati, per un approccio che divenga istituzionale e organizzativo; la fatica a inserire l’adozione fra i naturali modi di essere figli, e la necessità di affrontare il tema anche quando in classe “non c’è un bimbo o una bimba adottata”: insomma far uscire il tema da un approccio specifico o – peggio – specialistico. Gisella Fileti, anch’essa Assistente Sociale del CAAT, sintetizza gli obiettivi futuri: “connettersi alle altre esperienze nazionali, incontrare i Collegi Docenti per approfondire gli aspetti di accoglienza ed estendere omogeneamente l’interesse, esportare in altre Dirigenze Scolastiche del nostro territorio di competenza non solo i contenuti e le didattiche, ma soprattutto il metodo collegiale e paritetico di lavoro fra insegnati e genitori.”

 

Il CAAT è contattabile alla mail adozioneaffido@assemi.it


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